Conosci, possiedi, trasforma te stesso

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(in italiano con traduzione in inglese)

Il motto che ispira tutta l’opera psicosintetica recita: Conosci, Possiedi, Trasforma te stesso.

Conosci te stesso però non sta a significare soltanto “analizza i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti, esamina le tue attività”. Significa anche e soprattutto scopri il tuo io più intimo, il tuo vero essere, apprendi le sue mirabili potenzialità (Assagioli, 1971, p. 90).

Ma da dove e in che modo iniziare questo processo di auto-conoscenza? In Psicosintesi si segue la regola generale “dal noto all’ignoto”. Si ritiene cioè opportuno cominciare da ciò che è direttamente accessibile all’osservazione, da un esame degli aspetti coscienti della personalità, per poi ampliare l’indagine con una lunga ed indispensabile esplorazione delle vaste regioni dell’inconscio in tutte le sue dimensioni: inferiore, medio e superiore. L’atteggiamento fondamentale che permette tale esplorazione è l’assunzione della posizione interna dell’osservatore. In altre parole é ritenuto fondamentale lo sviluppo della capacità di distanziarsi cognitivamente, di disidentificarsi, da ciò che si osserva.

All’opera di esplorazione e di scoperta della nostra vita interna segue quella di prenderne possesso, di acquistare padronanza delle varie forze e dei vari elementi che vivono ed operano in noi. Quest’opera si basa sul fondamentale principio formulato da Assagioli (Assagioli, 1973, p. 28) come segue:

“Noi siamo dominati da tutto quello con cui il nostro io si identifica.
Noi possiamo dirigere ed utilizzare tutto quello da cui ci disidentifichiamo.”

Se, quindi, la fase della conoscenza di sé porta alla scoperta della dimensione passiva dell’io, inteso come spettatore della vita psichica (l’osservatore), la fase successiva, quella della padronanza, prevede l’attivazione delle sue qualità dinamiche, della volontà. L’io dunque, anziché essere manipolato da elementi consci ed inconsci, dopo essersene distanziato e averli conosciuti meglio, può mettere in atto delle strategie per dirigerli e padroneggiarli.

Strettamente collegata alla capacità di gestire se stessi è la dimensione della trasformazione. Il cambiamento ha un’importanza grandissima: tutta l’opera psicosintetica è volta a tale scopo e numerose sono le tecniche attive impiegate per favorire i processi trasformativi. Il modificarsi della nostra personalità, così come il modificarsi costante della realtà che ci circonda, è inevitabile. Ma queste continue trasformazioni possono accadere in due modi distinti:

  • accidentalmente ed inconsapevolmente, in seguito a pressioni inconsce o a sollecitazioni ambientali, familiari e sociali;
  • oppure come risultato di una modalità di agire attiva e positiva, basata sulla conoscenza di noi stessi, sulla chiarezza di ciò che vogliamo realizzare e del perché vogliamo farlo.

La Psicosintesi reputa quindi fondamentale permettere alle persone di riappropriarsi della propria progettualità individuale e favorisce la costruzione di un atteggiamento interiore volto non solo a vivere con sempre maggior consapevolezza e fluidità le inevitabili trasformazioni della vita, ma anche a promuoverle attivamente, indirizzando il proprio sviluppo nella direzione scelta. Ho provato a riassumere l’intero processo nello schema seguente:

Fase Compito
Conosci te stesso
  • esamina gli aspetti coscienti della tua personalità
  • esplora le vaste regioni dell’inconscio
  • inizia a sviluppare la capacità di disidentificazione – autoidentificazione e assumi la posizione interna dell’osservatore (scoperta della dimensione “passiva” dell’io)
Possiedi te stesso
  • continua a sviluppare la capacità di disidentificazione – autoidentificazione
  • attiva e sviluppa la volontà
  • metti in atto delle strategie per dirigere e padroneggiare gli elementi consci ed inconsci della tua personalità (scoperta della dimensione “attiva” dell’io)
Trasforma te stesso
  • costruisci un atteggiamento interiore volto a vivere con sempre maggior consapevolezza e fluidità le inevitabili trasformazioni interne ed esterne
  • utilizza le tecniche utili a promuovere attivamente le trasformazioni che scegli volontariamente (ricostruzione della personalità)

È tuttavia molto importante specificare che in nessun modo questi tre stadi vanno intesi in una rigida successione cronologica. Essi costituiscono i momenti ideali, distinti ma non separati, del percorso psicosintetico. Potremmo piuttosto immaginare questo percorso in modo circolare e ciclico: si conosce una parte di sé, se ne raggiunge la padronanza, la si trasforma per poi passare ad un’altra parte di sé e così via. Assagioli amava dire che la Psicosintesi è un processo che non ha mai fine.

Per ovviare a questa falsa idea di un procedimento rigido e lineare potremmo anche considerare le fasi che caratterizzano il percorso psicosintetico, come degli aspetti. Tutti questi differenti aspetti (l’indagine degli aspetti coscienti della personalità, l’esplorazione dell’inconscio, i vari passaggi del lavoro di psicosintesi personale, interpersonale e quelli della psicosintesi transpersonale), debbono senz’altro essere presentati didatticamente rispettando una giusta sequenza ed integrazione, con l’obiettivo però di andare poi a costituire un ventaglio completo di strumenti pratico-operativi, che permettano al professionista di muoversi con precisi punti di riferimento non solo temporali, ma anche spaziali. Questo corrisponde alla realizzazione che noi non stiamo percorrendo un’ideale linea evolutiva che da A ci porta a B (che corrisponde ad una rappresentazione concettuale della crescita come qualcosa di lineare e sequenziale), ma che, in realtà, ci espandiamo e siamo presenti sempre più consapevolmente lungo tutto il tragitto che da A porta a B (che corrisponde ad una rappresentazione concettuale della crescita come qualcosa che procede per ampliamenti, espansioni, svolgimenti, sviluppi, approfondimenti ecc).

Per approfondire:

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