Esplorazione dell’inconscio – 8

Corpo e consapevolezza (I) – con esercizi

In Psicosintesi esiste uno spazio piuttosto significativo per tecniche che allargano la consapevolezza, permettendo il contatto con le emozioni, i sentimenti, le sensazioni e il corpo. I metodi psicoanalitici classici (associazioni libere, analisi dei sogni ecc.) sono pertanto considerati complementari ad altri strumenti che favoriscono l’espansione della coscienza, quali ad esempio le tecniche corporee, le tecniche meditative, il lavoro artistico e simbolico, le tecniche immaginative, ecc.

Le tecniche per aumentare la consapevolezza sono spesso legate alla dimensione corporea, utilizzano cioè come supporto le sensazioni fisiche, il respiro, il movimento, certe posizioni di stress, il tocco/contatto ecc. Assagioli parla di Psicosintesi per brevità. In realtà egli intende parlare di biopsicosintesi.

Il bios, il corpo è sede della coscienza e dell’inconscio in ogni suo livello e, per la sua capacità di trattenerli tutti, può essere considerato “il veicolo dei veicoli” (Rosselli, Lezione SIPT, 2003). È quindi importantissimo tenere presente le costanti interazioni che avvengono tra le diverse funzioni psichiche, in particolare tra il corpo e le emozioni, e ricollegare costantemente le seconde al primo e viceversa. Attraverso un’esperienza corporea diretta possiamo entrare più facilmente in contatto con la nostra vita emozionale. Noi ci accostiamo alle emozioni attraverso il corpo ed ogni esperienza che riguarda veramente le emozioni è un’esperienza corporea, non intellettuale.

Negli ultimi decenni sono state introdotte nel lavoro psicosintetico molte tecniche riguardanti il corpo. Esse includono l’uso più tradizionale del corpo come fonte di immagini che possono generare simboli e, più direttamente, tecniche relative al corpo prese in prestito dalla bioenergetica, dalla psicoterapia integrativa corporea e da altri metodi di crescita e di sviluppo orientati sul corpo. È possibile usare in un contesto psicosintetico anche la danza, i massaggi, le arti marziali (ad es. Tai Chi o Aikido), la meditazione di consapevolezza ed altri metodi ancora (Parfitt, 1993, p. 78 e Percipalle, 2001, p. 121).

ESERCIZI

Brevi esperienze immaginative possono illuminare il significato di qualche sensazione fisica. Più specificamente, si può proporre al soggetto di visualizzare una precisa sofferenza del corpo, chiedendo di lasciar emergere un’immagine che simbolizzi il mal di testa, il bruciore allo stomaco, il dolore alla schiena, il crampo al polpaccio, il mal di gola, la congiuntivite, la difficoltà respiratoria, ecc. In questo ambito, molte sono poi le tecniche utilizzabili per lavorare specificamente sui disturbi e le tensioni psicosomatiche (Manichedda 2004 e 2011). Eccone alcune:

  • Tecnica della porta (Gerard cit. in Widmann, 2004)

In questa tecnica si chiede di immaginare una porta, visualizzando su di essa una parola, che nell’indagine delle reazioni psicosomatiche può essere “affanno, bruciore, peso sul torace”, ma anche “cuore, polmoni, stomaco, articolazioni”, ecc. Poi il paziente immagina di aprire la porta e descrive ciò che vede oltre la soglia.

  • L’identificazione simbolica con il disagio psicosomatico (Gerard)

L’identificazione simbolica è una tecnica molto efficace per lavorare con le condizioni psicosomatiche (asma, ulcera, neurodermatite ecc.). Si chiede al cliente di immaginare, ad esempio, di essere lo stomaco dolorante e di lasciarlo esprimere: “Io sono il mio stomaco, sono tutto agitato dentro, non riesco a digerire questa cosa..” In questo modo il soggetto inizia ad intuire la componente psicologica della sua condizione psicosomatica.

Per approfondire:

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