Esplorazione dell’inconscio – 9
Corpo e consapevolezza (II) – con un esercizio
Con quale spirito vengono impiegate le diverse tecniche corporee in Psicosintesi? Possiamo considerare tre modi differenti di lavorare con il corpo (Rosselli, 2003):
- Il lavoro sul corpo (corpo come oggetto): azione sul corpo, controllo del corpo, approccio “tecnicistico”.
- Il lavoro con il corpo (corpo come co-soggetto): essere con, insieme al corpo, l’io e il corpo, lavoro di consapevolezza corporea, uno stato dell’essere.
- Il lavoro attraverso il corpo (corpo come soggetto): riappropriazione dei veicoli: “Io sono anche il mio corpo, non ho più paura della mia identificazione con il corpo, sono trasparente attraverso i miei veicoli, sono presente e mi esprimo attraverso di essi”, senso di sintesi, integrazione e unità.
La Psicosintesi propone senz’altro una modalità di lavorare con il corpo inteso come corpo-soggetto, non come corpo oggetto. L’approccio è olistico ed integrale e prende in considerazione la dimensione fisica in tutte le sue molteplici manifestazioni:
- il corpo fisico
- il corpo energetico (caldo, freddo, formicolii, brividi, pesi, blocchi, onde ecc.)
- il corpo psichico (emozioni, impulsi, desideri che si ripercuotono sul corpo)
- il corpo simbolico o metaforico (simbologia dei vari organi e distretti corporei, il corpo come metafora di animali, piante, oggetti; può, ad esempio, fornire indicazioni molto importanti far disegnare l’immagine corporea ai pazienti)
- la memoria del corpo (il corpo come sede delle esperienze pre-verbali)
- il corpo relazionale (il corpo con gli altri).
Meritano una menzione particolare le tecniche derivate dall’ambito della meditazione di consapevolezza che – educando il corpo alla tranquillità e alla presenza attraverso l’amicizia e il vivo contatto con le percezioni sensoriali – promuovono e favoriscono il passaggio dalla fase di indagine della personalità, nei suoi aspetti coscienti e inconsci, alla fase della padronanza e della gestione, o regolazione, di sé.
Questi strumenti possono, infatti, assumere significati differenti ed essere impiegati con scopi diversi, nelle diverse fasi del percorso psicosintetico: come mezzo per espandere la consapevolezza ed integrare gli aspetti inconsci, come strumenti per allenare la disidentificazione-autoidentificazione, come strumenti per la psicosintesi interpersonale e transpersonale, in particolare per ottenere quel silenzio mentale che è la condizione necessaria all’attivazione della funzione intuitiva e, quindi, al contatto con la dimensione supercosciente e con il Sé transpersonale.
Tutti questi differenti modi di lavorare con il corpo richiedono però, da parte di chi è interessato e intende utilizzarle professionalmente, approfondimenti ulteriori e specifici.
UN ESERCIZIO
Quella successiva è una tecnica interessantissima poiché rimanda opportunamente allo sguardo che si tenta di promuovere in Psicosintesi sul corpo quale “realtà viva, permeata di attività psichiche”, quale “principio unificatore intelligente” in grado di suscitare la nostra ammirazione: le cellule unite in tessuti, i tessuti che si intrecciano formando gli organi, gli organi che si coordinano in sistemi e apparati complessi (Assagioli, 1991, p. 40).
- L’intelligenza del corpo (Schnöller)
Controllate la posizione seduta. Socchiudete gli occhi. E ora prendete contatto con il vostro corpo nella sua globalità, nella sua forma attuale. Che cosa percepite? Che cosa sentite? Che cosa è il corpo? Come funziona il corpo? Che cosa è una sensazione? Come reagisce il corpo? Che cosa è questa sfera di energia vivente, pulsante che chiamiamo corpo? Mentre ascoltate il corpo vi propongo un testo di meditazione. Non ragionate sul testo, ma lasciate che sia un aiuto ad entrare in un contatto più intimo, consapevole con il corpo, le sue sensazioni e le sue funzioni. È una meditazione di un grande maestro di yoga, Gérard Blitz:
“Vorrei porvi il problema fondamentale, il problema della vostra coscienza, della vostra percezione del vostro principio, energia di vita, di ciò che realmente vivete. Forse pensate di avere una sola forma d’intelligenza e che la coscienza sia legata unicamente ai pensieri, al circuito mentale. Vi pongo delle domande affinché anche voi ve le poniate. Abbiamo in noi un’altra forma d’intelligenza profonda. Non è legata al circuito superficiale e meccanico del mentale ed è questa la bellezza della nostra esperienza, l’esperienza della presenza al corpo, alle sue sensazioni. È entrare nella percezione di questa intelligenza profonda: si può chiamarla l’intelligenza, la saggezza del nostro corpo.
Viviamo. Il nostro corpo pulsa, il nostro sangue circola, ossigena e rinnova le cellule. Per avere questo rinnovamento, affinché lo scambio avvenga, respiriamo: è questa la ragion d’essere della respirazione. Digeriamo gli alimenti, eliminiamo, abbiamo delle ghiandole, un sistema nervoso che coordina e regola tutto ciò. Tutto ciò è sottile e delicato, tutto ciò funziona ed è interdipendente ed è per questo che nella scienza, oggi, non può esistere specializzazione, perché quando si tocca una cosa si toccano tutte.
Questo funzionamento avviene senza il vostro intervento, senza la vostra volontà, senza il vostro ego. E allora, se non siete voi che fate funzionare il vostro organismo, se non siete voi, il vostro ego, la vostra volontà, la vostra decisione, chi è?
È un’energia. Perché qualcosa funzioni deve esserci un’energia. È un’energia di vita che fa funzionare tutto ciò, un’energia intelligente che coordina, regola indipendentemente dalla vostra volontà, dal vostro ego. È una forma di intelligenza profonda che vi sfugge. Non è solo energia sottile. È anche intelligenza. Si può forse parlare di saggezza del corpo, si può forse parlare di intelligenza cellulare del corpo.
Alcuni la chiamano prana, il respiro cosmico, altri ruah, l’energia di vita che tutto pervade. Ma il nome non ha importanza. Prana è questa energia intelligente al di là della vostra volontà. È intelligenza profonda, intuitiva, che funziona a un ritmo lento, molto lento. È legata al silenzio, è legata all’immobilità.
Tutta la pratica della presenza consapevole al corpo è entrare sempre più nell’esperienza di questa energia profonda, del suo circuito profondo: seguire il corpo, ascoltare il corpo, seguire il suo ritmo, lasciar fare al corpo, non precedere il corpo. Questo vale nella pratica ma vale anche in rapporto a tutta la vita.”
Per approfondire:
- Conosci, Possiedi, Trasforma te stesso, Xenia (pp. 207-217) – Acquista adesso
- La via della Psicosintesi, Xenia (Parte 1, Cap. 3, par. 2) – Acquista adesso