Esplorazione dell’inconscio – 5

Disegno libero – con indicazioni pratiche

L’inconscio – che sotto certi aspetti ha caratteristiche infantili, primitive, arcaiche e opera per immagini – usa di preferenza il linguaggio del disegno. Assagioli (cit. in Caldironi, 2004, p. 65 e p. 100) definisce la tecnica del disegno libero “un colloquio continuo con tutti gli aspetti dell’inconscio, un aprire la porta all’inconscio perché comunichi”. È importante coltivare nei suoi confronti un atteggiamento d’accettazione e ascolto, dargli espressione, non tenerlo imprigionato e voltargli le spalle con la nostra estroversione.

Il disegno libero è forse la tecnica più facile e pratica, la più proficua ed innocua, per divenire consapevoli di ciò che ci sfugge. Assagioli la considera addirittura “più redditizia rispetto al lavoro sui sogni”, perché mentre si disegna c’è sempre la coscienza vigile che, pur non interferendo, osserva. Inoltre, la tecnica del disegno ha un valore per se stessa, anche quando le elaborazioni non si rivelano significative, poiché costituisce una scarica efficace e offre l’opportunità di manifestarsi a tutti i vari livelli dell’inconscio.

A questo proposito occorre precisare che, se in Psicanalisi si dà molta importanza alla rivelazione di complessi e di scariche dell’inconscio inferiore, in Psicosintesi se ne dà altrettanta, se non di più, ai messaggi provenienti dall’inconscio medio e, soprattutto, da quello superiore. Il disegno libero è quindi utilizzato anche per promuovere o favorire attivamente la discesa degli elementi transpersonali nella coscienza di veglia. In questo senso porta spesso a risultati sorprendenti, a vere “comunicazioni” dal supercosciente (Assagioli, 1998, p. 39).

INDICAZIONI PRATICHE

Un modo di utilizzare il disegno è quello di impiegare la tecnica del mandala. Il mandala sembra agevolare nell’individuo che lo crea il rapporto e l’integrazione tra la dimensione inconscia e quella cosciente, l’espressione di sé e l’organizzazione delle differenti parti psichiche in un tutto organizzato armonicamente attorno ad un centro (psicosintesi).

  • Mandala quotidiano (Bocconi, Lacerna, 2001, p.196)

Ogni giorno, per un periodo di tempo determinato, disegnare un mandala. Il mandala è una rappresentazione grafica del cosmo che può essere estremamente semplice o molto elaborata, tuttavia ha sempre la caratteristica di svilupparsi da un centro e di irradiarsi verso la periferia. La forma più semplice di un mandala è un cerchio con il centro ben segnato, oppure un cerchio con due diametri che si intersecano a croce. È importante che sia simmetrico e che si sviluppi armoniosamente dal centro verso la periferia. Non ha importanza come disegneremo il nostro mandala, possiamo farlo usando colori e pennarelli, oppure solo con una matita, può essere molto elaborato oppure semplicissimo e basta. Di solito dipende dal tempo a disposizione e dallo stato d’animo della giornata. È preferibile farlo appena svegli, alla mattina, ma se non abbiamo tempo, allora si può fare anche alla sera. Comunque sarebbe bene farlo almeno qualche volta di mattina e notare la differenza con i mandala disegnati alla sera. È anche importante disegnare il mandala quotidiano con una certa ritualità, raccogliendosi per qualche minuto prima di cominciare, magari accendere un incenso o una candela, e farlo con il massimo rispetto. Sconsiglio di riguardare i mandala fatti prima di cominciarne uno nuovo, per non farsi influenzare da quelli precedenti. Può essere bello raccogliere tutti i nostri mandala in un quaderno apposito, scelto con cura. Finito l’esperimento potremo capire molte cose notando i tipi di mandala disegnati giorno dopo giorno, soprattutto quando li riguarderemo dopo un certo tempo, facendo caso alle date e al momento psichico che stavamo attraversando.

Per approfondire:

Conosci, Possiedi, Trasforma te stesso, Xenia (pp. 170-173)Acquista adesso

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