disidentificazione
Padronanza di sé e auto-regolazione – 3

Identificazione, disidentificazione e autoidentificazione

Tra i metodi che promuovono la gestione creativa delle energie bio-psichiche (v. catarsi, analisi critica, disidentificazione e sviluppo della volontà) la Psicosintesi considera la disidentificazione come quello più efficace. Affermando ciò, si vuole enfatizzare qualcosa che viene considerato spontaneo e ovvio nella stessa psicoanalisi e nella psicoterapia psicodinamica: l’importanza della perdita delle nostre identificazioni rigide e la creazione di una distanza interiore dai vari contenuti di cui diventiamo man mano consapevoli (Rosselli, 2000).

Quest’esperienza è fondamentale nella pratica della Psicosintesi e ha per scopo ultimo la scoperta dell’io-Sé (autoidentificazione) nei suoi due aspetti di (auto)consapevolezza e volontà.

Ed è proprio questo processo – che va dall’identificazione dell’io con oggetti estranei a sé, passando per la fase della disidentificazione, fino all’identificazione di sé stessi (e) con sé stessi – il nucleo centrale della visione psicosintetica della dinamica psichica

Possiamo articolare didatticamente i differenti passaggi nel modo seguente (Alberti, 1997, pp. 133-36):

Io identificato con un contenuto parziale

Inizialmente il soggetto identifica la sua soggettività con i contenuti di cui è portatore (ad es. sintomi, disagi, aspetti e caratteristiche non autentici o non più funzionali al processo di crescita ed evoluzione).

“io sono questo (sintomo, disagio, aspetto, caratteristica..)”

Io sono un oggetto

Io disidentificato

Il soggetto inizia a disidentificare la sua soggettività dai contenuti di cui è portatore.

Successivamente il soggetto ridimensiona i contenuti di cui è portatore nello spazio e nel tempo (essi non sono infiniti, né totalizzanti).

Poi il soggetto distoglie lo sguardo e l’interesse dai contenuti disfunzionali o superati per rivolgerlo ad altre parti di sé, a quelle più autentiche, attuali, sane, positive e vitali.

“io non sono questo (sintomo, disagio, aspetto, caratteristica..) ma ho questo (sintomo, disagio, aspetto, caratteristica..)”

“io ho questo (sintomo, disagio, aspetto, caratteristica..) qui ed ora

“io non ho soltanto questo (sintomo, disagio, aspetto, caratteristica..), ma ho anche molte altre cose

Mi libero, emergo

Io autoidentificato

Gradualmente e parallelamente si approfondisce anche l’esperienza dell’autoidentificazione.

io sono io, semplicemente me stesso, io ci sono, io sono un centro di consapevolezza e volontà

Io sono un soggetto, io sono
Io identificato con un contenuto parziale
Inizialmente il soggetto identifica la sua soggettività con i contenuti di cui è portatore (ad es. sintomi, disagi, aspetti e caratteristiche non autentici o non più funzionali al processo di crescita ed evoluzione).
“io sono questo (sintomo, disagio, aspetto, caratteristica..)”
Io sono un oggetto
Io disidentificato
Il soggetto inizia a disidentificare la sua soggettività dai contenuti di cui è portatore. Successivamente il soggetto ridimensiona i contenuti di cui è portatore nello spazio e nel tempo (essi non sono infiniti, né totalizzanti). Poi il soggetto distoglie lo sguardo e l’interesse dai contenuti disfunzionali o superati per rivolgerlo ad altre parti di sé, a quelle più autentiche, attuali, sane, positive e vitali.
“io non sono questo (sintomo, disagio, aspetto, caratteristica..) ma ho questo (sintomo, disagio, aspetto, caratteristica..)” “io ho questo (sintomo, disagio, aspetto, caratteristica..) qui ed ora” “io non ho soltanto questo (sintomo, disagio, aspetto, caratteristica..), ma ho anche molte altre cose
Mi libero, emergo
Io autoidentificato
Gradualmente e parallelamente si approfondisce anche l’esperienza dell’autoidentificazione.
io sono io, semplicemente me stesso, io ci sono, io sono un centro di consapevolezza e volontà
Io sono un soggetto, io sono

Per approfondire:

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