Esperienze della Psicosintesi – 7
Il supercosciente e le 5 fasi dello sviluppo psico-spirituale
Il supercosciente, o inconscio superiore, è una delle nozioni più specifiche della Psicosintesi. In esso risiedono quegli stimoli e che portano l’uomo ad esperienze positive, creative e gioiose: certe ispirazioni artistiche, le grandi intuizioni scientifiche, le esperienze mistiche e d’illuminazione, gli impulsi all’azione eroica ed etica e, più in generale, tutte quelle potenzialità che sono caratteristica peculiare della natura umana.
La visione psicosintetica del transpersonale non è né morale, né filosofica o religiosa, ma ha pretese scientifiche. E, in effetti, alcuni studi compiuti negli ultimi decenni hanno ampiamente dimostrato che individui di varie epoche e civiltà hanno adottato tecniche e atteggiamenti molto simili tra loro per raggiungere particolari realizzazioni spirituali, e che quindi queste tecniche e questi atteggiamenti trascendono, almeno in parte, le diversità storiche e culturali. Queste constatazioni hanno poi spinto i ricercatori a formulare due ipotesi:
- che queste esperienze siano connaturate all’essere umano e che debbano rappresentare l’espressione di poteri ancora inesplorati dell’inconscio;
- che queste potenzialità possano essere sviluppate, almeno fino ad un certo grado, mediante tecniche specifiche.
Dal canto suo, Assagioli ha studiato questo tema in modo molto più approfondito e dettagliato di quanto non fosse mai stato fatto precedentemente nella psicologia occidentale. Scrive:
“Lo sviluppo transpersonale dell’uomo è un’avventura lunga e difficile, un viaggio attraverso strani paesi, pieni di meraviglie, ma anche di difficoltà e pericoli. Esso implica una radicale trasformazione, il risveglio di una serie di facoltà prima inattive, l’elevazione della coscienza a livelli mai toccati, il suo espandersi lungo una nuova dimensione interna. Non dobbiamo perciò meravigliarci che un cambiamento così grande si svolga anche attraverso vari stadi critici, non di rado accompagnati da disturbi psicologici ed anche fisici (psicosomatici).”
E, di questi stadi critici, ne individua cinque suddividendoli come segue:
- All’inizio troviamo le crisi che precedono il risveglio transpersonale e che, comunemente, si manifestano con un senso di insoddisfazione. Sentiamo che ci manca qualcosa, ma non qualcosa di materiale e definito, bensì qualcosa di vago e sfuggente che siamo incapaci di descrivere. Cominciamo allora ad interrogarci profondamente sull’origine e lo scopo della vita, e a chiederci, ad esempio, quale sia il significato della nostra e dell’altrui sofferenza.
- A queste crisi che precedono il risveglio seguono quelle prodotte dal risveglio transpersonale vero e proprio. Solitamente il risveglio alla dimensione supercosciente è accompagnato da sensazioni di energia e gioia anche molto intense. I conflitti interni e le sofferenze sembrano sparire e la vita assume un nuovo e chiaro significato. Ma, in alcune circostanze, specialmente se il nostro grado di integrazione personale non è ancora sufficiente, il risveglio può essere causa di complicazioni, disturbi e squilibri. Possiamo, per esempio, vivere degli stati di esaltazione emotiva caratterizzati da un eccessivo fanatismo, sentirci spinti ad assumere il ruolo del profeta, del salvatore, oppure possiamo sviluppare nei nostri confronti un atteggiamento critico e perfezionista che, anziché liberarci, ci soffoca e ci deprime ulteriormente.
- Le reazioni che seguono al risveglio: lo stato di gioiosa stimolazione iniziale può durare per periodi che variano a seconda dell’individuo, ma è destinato a cessare. La nostra personalità non è ancora stata trasformata in modo definitivo. Questa situazione può essere molto dolorosa, talvolta al punto da indurci a negare il valore e la realtà delle esperienze transpersonali che abbiamo vissuto, fino a considerarle fantasie, illusioni. Riconoscere che quel riflusso, o “caduta”, è un evento naturale ed inevitabile nel processo di trasformazione arreca solitamente un grande sollievo e ci incoraggia anche ad intraprendere quel lavoro su noi stessi (allenamento) che ci condurrà ad una trasformazione reale e più stabile.
- Giungiamo così alle fasi del processo di trasformazione che è un periodo movimentato, pieno di cambiamenti e di alternanze fra luce e tenebra. La trasformazione della personalità è un procedimento lungo e complesso, un tempo di transizione. Assagioli lo paragona al processo del bruco che si sta trasformando in farfalla: la vecchia condizione è ormai alle spalle ma non ne abbiamo ancora raggiunta definitivamente una nuova. Non deve quindi sorprenderci che questo compito sia tanto complesso e che possa produrre disturbi psichici di varia natura: stanchezza, insonnia, depressione, ansia. Problemi differenti si presentano invece nei periodi in cui il contatto con il supercosciente è facile e il flusso di energie intenso. In questi casi dobbiamo essere in grado di gestire le energie a disposizione in modo equilibrato, senza soffocarle e senza disperderle in attività inutili e frenetiche.
- Quando il processo di trasformazione raggiunge il suo stadio finale e decisivo, esso produce talvolta un’intensa sofferenza e un’oscurità interiore che è stata chiamata, ad esempio dai mistici cristiani, “la notte oscura dell’anima”. È un passaggio caratterizzato da uno stato emotivo di forte depressione, un acutissimo senso d’indegnità, un senso penoso di impotenza mentale, l’indebolimento della volontà e un disgusto generale per la vita. Il nostro autore sostiene che “questa terribile esperienza non è, malgrado le apparenze, uno stato patologico in termini comuni” ma “ha cause spirituali e un grande valore spirituale”. A questa penosissima condizione segue una rinascita totale, la pienezza della salute spirituale, ovvero la realizzazione del Sé.
Per approfondire:
- La Via della Psicosintesi – Xenia (Parte 4, Cap. VII) – Acquista adesso
- Conosci, Possiedi, Trasforma te stesso, Xenia (Parte 2, Cap. 9) – Acquista adesso