
Padronanza di sé e auto-regolazione – 9
Il tuo centro interiore (Autoidentificazione II)
L’esperienza centrale, fondamentale della scoperta dell’io, è implicita nella nostra coscienza umana (Assagioli, 1977, pp. 156-7). In Psicosintesi il termine “autocoscienza” è utilizzato nel senso puramente psicologico di “percepire se stessi come individui distinti” e non nel senso di essere egocentricamente, perfino nevroticamente, centrati su se stessi. L’autocoscienza è ciò che distingue la nostra coscienza da quella degli animali, che sono coscienti ma non autocoscienti.
In genere questa autocoscienza é però appunto “implicita”. È percepita in modo nebuloso e viene distorta dai contenuti con cui l’io costantemente si identifica. Quindi, se vogliamo renderla esplicita, chiara, viva, dobbiamo disidentificarci da tutti questi contenuti e identificarci con l’io.
L’autocoscienza, o coscienza dell’io, ha due caratteristiche:
- una introspettiva, “femminile” (consapevolezza)
- l’altra dinamica, “maschile” (volontà)
Ciò si può esprimere in vari modi: per esempio, “percepisco di essere e di volere”; oppure “poiché sono, posso volere”.
Assagioli rispondeva a chi gli domandava che cosa fosse l’io, che esso è un’esperienza frutto di un allenamento specifico. Quindi, in Psicosintesi l’io è trattato sostanzialmente non come un oggetto o una struttura, bensì come un’esperienza che possiede, questo si, determinate caratteristiche strutturali, certe prerogative funzionali e precisi aspetti fondamentali. Ecco come li riassume esemplarmente Alberto Alberti (2007, pp. 48-50):
| Caratteristiche strutturali dell’esperienza dell’io | |
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Centralità |
In ogni struttura esistente, dall’atomo alle costellazioni, è presente una struttura centrale che sostiene, organizza e dà vita. |
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Unicità e identicità |
Il centro è “uno”, ci fa sentire “unici” e “uniti”, individuali, irripetibili, uguali a noi stessi, diversi da ciò che è il non-io, distinti dagli oggetti esterni e con la sensazione di una qualche delimitazione nello spazio (confini dell’io); il centro ci dà un senso di identità, in quanto è “identico a se stesso” (identicità). |
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Continuità |
La centralità infatti si mantiene uguale e identica a se stessa nelle varie fasi di sviluppo. Centralità come filo conduttore della vita, che ha le caratteristiche della stabilità e della permanenza. Stabilità nel tempo, permanenza (immobilità: l’io, riflesso del Sé, risiede nella dimensione dell’Essere, e non del divenire). |
| Caratteristiche funzionali dell’esperienza dell’io | |
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Sintesi |
Il centro ha funzione di coesione e di sintesi della molteplicità di aspetti energetici in una unità (centro unificatore). |
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Evoluzione |
L’io ha la funzione di far evolvere e maturare la personalità umana, affinando le sue funzioni (affettive, conoscitive e attive), e rendendole strumento adeguato di espressione del Sé. |
| Aspetti fondamentali dell’esperienza dell’io | |
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Libertà
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Assagioli arriva all’esperienza dell’io attraverso l’esercizio di dis-identificazione, che è fondamental-mente un’opera di liberazione, di acquisizione di un margine di libertà interna. L’io è situato in una specifica dimensione di libertà: l’esperienza dell’io si verifica in un setting interiore specifico, costituito da uno spazio-atmosfera di libertà. |
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Coscienza |
L’io è un centro di autocoscienza, che ha la funzione fondamentale dell’osservazione. |
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Volontà |
L’io è anche un centro di volontà, cioè possiede un aspetto energetico e vitale, per cui può, oltre che osservare, anche agire su ciò che osserva sia di sé, che degli altri che dell’ambiente. |
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Relazione
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L’io non è isolato, ma in relazione col tu, con gli altri, con la realtà oggettuale e con il mondo; l’io è un centro d’amore, cioè centro di un campo relazionale, osmotico, empatico e di risonanza, nel cui ambito si dà e si riceve amore. |
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Presenza |
L’insieme degli aspetti precedenti dà il senso della “presenza” (si pensi che la malattia può essere, in qualche modo, considerata come una forma di “assenza”). La presenza, in quanto sentimento dell’io vero e autentico, non è una consapevolezza fredda e astratta, ma uno stato di coscienza vivo e caldo. Potremmo parlare di una:
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| Caratteristiche strutturali dell’esperienza dell’io | |
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Centralità |
In ogni struttura esistente, dall’atomo alle costellazioni, è presente una struttura centrale che sostiene, organizza e dà vita. |
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Unicità e identicità |
Il centro è “uno”, ci fa sentire “unici” e “uniti”, individuali, irripetibili, uguali a noi stessi, diversi da ciò che è il non-io, distinti dagli oggetti esterni e con la sensazione di una qualche delimitazione nello spazio (confini dell’io); il centro ci dà un senso di identità, in quanto è “identico a se stesso” (identicità). |
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Continuità |
La centralità infatti si mantiene uguale e identica a se stessa nelle varie fasi di sviluppo. Centralità come filo conduttore della vita, che ha le caratteristiche della stabilità e della permanenza. Stabilità nel tempo, permanenza (immobilità: l’io, riflesso del Sé, risiede nella dimensione dell’Essere, e non del divenire). |
| Caratteristiche funzionali dell’esperienza dell’io | |
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Sintesi |
Il centro ha funzione di coesione e di sintesi della molteplicità di aspetti energetici in una unità (centro unificatore). |
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Evoluzione |
L’io ha la funzione di far evolvere e maturare la personalità umana, affinando le sue funzioni (affettive, conoscitive e attive), e rendendole strumento adeguato di espressione del Sé. |
| Aspetti fondamentali dell’esperienza dell’io | |
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Libertà
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Assagioli arriva all’esperienza dell’io attraverso l’esercizio di dis-identificazione, che è fondamental-mente un’opera di liberazione, di acquisizione di un margine di libertà interna. L’io è situato in una specifica dimensione di libertà: l’esperienza dell’io si verifica in un setting interiore specifico, costituito da uno spazio-atmosfera di libertà. |
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Coscienza |
L’io è un centro di autocoscienza, che ha la funzione fondamentale dell’osservazione. |
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Volontà |
L’io è anche un centro di volontà, cioè possiede un aspetto energetico e vitale, per cui può, oltre che osservare, anche agire su ciò che osserva sia di sé, che degli altri che dell’ambiente. |
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Relazione
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L’io non è isolato, ma in relazione col tu, con gli altri, con la realtà oggettuale e con il mondo; l’io è un centro d’amore, cioè centro di un campo relazionale, osmotico, empatico e di risonanza, nel cui ambito si dà e si riceve amore. |
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Presenza |
L’insieme degli aspetti precedenti dà il senso della “presenza” (si pensi che la malattia può essere, in qualche modo, considerata come una forma di “assenza”). La presenza, in quanto sentimento dell’io vero e autentico, non è una consapevolezza fredda e astratta, ma uno stato di coscienza vivo e caldo. Potremmo parlare di una:
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Per approfondire:
- Conosci, Possiedi, Trasforma te stesso, Xenia (pp. 230-231) – Acquista adesso
- La via della Psicosintesi, Xenia (pp. 277-289) – Acquista adesso