La psicosintesi è ancora in evoluzione?

Nella sua famosa intervista con Sam Keen (1974), Assagioli sembrava suggerire che la Psicosintesi non avrebbe mai smesso di evolversi. Quali aspetti del lavoro di Assagioli sembrano particolarmente rilevanti al giorno d’oggi?

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Se non ricordo male, Assagioli aveva affermato che la Psicosintesi non ha limiti. Sam Keen gli aveva chiesto quale fosse il limite della Psicosintesi e Assagioli rispose che è “troppo estesa, inclusiva; che vede troppi aspetti contemporaneamente.”

Talvolta ho l’impressione che la Psicosintesi si sia evoluta oltre i suoi limiti, i suoi confini, cioè oltre quello che noi indichiamo come Psicosintesi tout court. Mi sembra di vedere Psicosintesi ovunque. Vi faccio degli esempi: frequento una formazione su trauma e dissociazione; seguo un training di Mindfulness; leggo un libro sull’ACT (Acceptance and Commitment Therapy) oppure sull’IFS (Internal Family System); mi confronto con colleghi che si occupano di coaching… e mi sembra sempre di vedere Psicosintesi.

Mi sono chiesta: è mai possibile che io sia ossessionata fino a questo punto? Perché, ovviamente, un po’ lo sono! Poi però riflettendoci, mi sono resa conto che si tratta piuttosto della sensazione profonda di sentirmi a mio agio, di riuscire ad orientarmi, a comprendere con facilità quello che vado via via studiando perché ho un modello generale di riferimento incredibilmente ampio e completo.

Assagioli è stato veramente un visionario geniale che ha intuito e anticipato di parecchi decenni molti temi oggi main stream e scientificamente validati. Penso, per fare qualche esempio, ai fenomeni dissociativi e al modello delle parti, o delle subpersonalità; ai processi di identificazione-disidentificazione e auto-identificazione; alla volontà; al focus sulla dimensione “positiva” della psicologia; alla prospettiva sistemica ed ecologica; allo studio scientifico della spiritualità, alle tecniche meditative, alla realizzazione della dimensione transpersonale del Sé.

Ma non solo la Psicosintesi ha anticipato queste e altre tematiche oggi così attuali, le ha anche presentate già organizzate in un sistema originale e internamente coerente. Incredibile!

Credo che oggi la sua rilevanza stia anche proprio nella sua potenzialità di fornire un modello generale per integrare i diversi contributi: una visione d’insieme organica e veramente ampia. Forse, quello che 50 anni fa appariva come il punto debole della Psicosintesi (cioè il vedere troppi aspetti contemporaneamente), in questo mondo complesso e globalizzato, può invece essere considerato un punto di forza. Una visione in grado di guidarci e ispirarci in questi tempi turbolenti.

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