Il piano generale del percorso psicosintetico

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(in italiano con traduzione in inglese)

In Psicosintesi si parla molto di piano e di pianificazione. Assagioli scrive che

“é opportuno tener ben presente fin dall’inizio la necessità di riferire e subordinare le varie tecniche allo scopo specifico della psicosintesi da attuare. Questo deve essere sempre ricordato nello scegliere e nell’applicare le tecniche, le quali sono soltanto degli strumenti, dei mezzi per realizzare i principi e gli scopi della Psicosintesi” (Assagioli, 1973, p. 66).

Identifica poi lo scopo più alto della Psicosintesi nella presa di coscienza del Sé transpersonale e nell’attivazione delle sue energie. Ma prima che ciò sia realizzabile “bisogna aiutare il soggetto a eliminare gli ostacoli ed i conflitti esistenti, a integrare ed armonizzare la personalità a tutti i livelli, e poi, quando sia possibile, favorire l’unione fra l’io personale e il Sé transpersonale.”

I principi e gli scopi della Psicosintesi sono quindi molteplici e per metterli meglio a fuoco possiamo distinguere due differenti livelli:

A. Il livello del piano generale del percorso psicosintetico che prevede quattro fasi specifiche e, per ogni singola fase, particolari scopi e principi corredati da determinati esercizi, tecniche e metodi: a) la conoscenza integrale della personalità (analisi)

b) il dominio dei vari elementi che compongono la personalità (disidentificazione)

c) la realizzazione di sé; scoperta o creazione di un centro unificatore (autoidentificazione)

d) la progettazione e la ricostruzione della personalità (psicosintesi) attraverso:

– l’utilizzazione e la trasmutazione delle energie fisiche e psichiche

– lo sviluppo degli elementi deficitarii

– la coordinazione e la subordinazione dei vari elementi bio-psico-spirituali

B. Il livello del piano più specifico della psicosintesi da attuare che riguarda piuttosto la quarta fase del piano generale (v. pto d) – quella che possiamo definire “psicosintetica” nel senso più specifico del termine e che consiste nella progettazione e ricostruzione della personalità. Questa fase è sempre un vestito su misura e può articolarsi in differenti modi:
  • talvolta, ove il centro unificatore momentaneamente realizzabile è costituito da un ruolo, un compito, una subpersonalità, una passione o un’idea, il meglio che si può fare é promuovere una psicosintesi parziale (aggregazione attorno a questo centro unificatore parziale dei contenuti in sintonia con gli scopi attinenti)
  • altre volte, ove il centro unificatore è invece costituito dall’io personale, si tratta di lavorare sulla propria psicosintesi personale (aggregazione attorno all’io dei contenuti dell’inconscio medio ed inferiore)
  • talvolta infine, ove il centro unificatore è costituito dal Sé transpersonale, il lavoro consiste nell’attuazione della propria psicosintesi transpersonale (aggregazione attorno al Sé dei contenuti dell’inconscio medio, inferiore e superiore)

È importante sottolineare che la fase di ricostruzione della personalità non prevede il semplice accostamento delle tecniche che appaiono adeguate al percorso di quel determinato individuo. In altre parole, non esiste un “piano oggettivo” della Psicosintesi. Questa fase consiste anche e soprattutto nello svelamento intuitivo ed immaginativo delle potenzialità del soggetto, nella percezione empatica della progettualità del Sé dell’individuo che prende forma all’interno della relazione che si istaura con lo psicosintetista (Dattilo, 2010, p.23 e Marra, 2010, p.71). La fase progettuale è quindi caratterizzata piuttosto dall’integrazione dinamica di un approccio volto ad individuare le tecniche, gli esercizi e i metodi più adeguati alla ricostruzione della personalità con “l’elemento intuitivo, teleologico, artistico che dà forma e concretezza al modello ideale che la persona porta inconsciamente dentro di sé come mera potenzialità” (Dattilo, 2010, p. 27).

Per approfondire:

In Psicosintesi si parla molto di piano e di pianificazione. Assagioli scrive che

“é opportuno tener ben presente fin dall’inizio la necessità di riferire e subordinare le varie tecniche allo scopo specifico della psicosintesi da attuare. Questo deve essere sempre ricordato nello scegliere e nell’applicare le tecniche, le quali sono soltanto degli strumenti, dei mezzi per realizzare i principi e gli scopi della Psicosintesi” (Assagioli, 1973, p. 66).

Identifica poi lo scopo più alto della Psicosintesi nella presa di coscienza del Sé transpersonale e nell’attivazione delle sue energie. Ma prima che ciò sia realizzabile “bisogna aiutare il soggetto a eliminare gli ostacoli ed i conflitti esistenti, a integrare ed armonizzare la personalità a tutti i livelli, e poi, quando sia possibile, favorire l’unione fra l’io personale e il Sé transpersonale.”

I principi e gli scopi della Psicosintesi sono quindi molteplici e per metterli meglio a fuoco possiamo distinguere due differenti livelli:

A. Il livello del piano generale del percorso psicosintetico che prevede quattro fasi specifiche e, per ogni singola fase, particolari scopi e principi corredati da determinati esercizi, tecniche e metodi:

a) la conoscenza integrale della personalità (analisi)

b) il dominio dei vari elementi che compongono la personalità (disidentificazione)

c) la realizzazione di sé; scoperta o creazione di un centro unificatore (autoidentificazione)

d) la progettazione e la ricostruzione della personalità (psicosintesi) attraverso:
– l’utilizzazione e la trasmutazione delle energie fisiche e psichiche
– lo sviluppo degli elementi deficitarii
– la coordinazione e la subordinazione dei vari elementi bio-psico-spirituali

B. Il livello del piano più specifico della psicosintesi da attuare che riguarda piuttosto la quarta fase del piano generale (v. pto d) – quella che possiamo definire “psicosintetica” nel senso più specifico del termine e che consiste nella progettazione e ricostruzione della personalità. Questa fase è sempre un vestito su misura e può articolarsi in differenti modi:

  • talvolta, ove il centro unificatore momentaneamente realizzabile è costituito da un ruolo, un compito, una subpersonalità, una passione o un’idea, il meglio che si può fare é promuovere una psicosintesi parziale (aggregazione attorno a questo centro unificatore parziale dei contenuti in sintonia con gli scopi attinenti)
  • altre volte, ove il centro unificatore è invece costituito dall’io personale, si tratta di lavorare sulla propria psicosintesi personale (aggregazione attorno all’io dei contenuti dell’inconscio medio ed inferiore)
  • talvolta infine, ove il centro unificatore è costituito dal Sé transpersonale, il lavoro consiste nell’attuazione della propria psicosintesi transpersonale (aggregazione attorno al Sé dei contenuti dell’inconscio medio, inferiore e superiore)

È importante sottolineare che la fase di ricostruzione della personalità non prevede il semplice accostamento delle tecniche che appaiono adeguate al percorso di quel determinato individuo. In altre parole, non esiste un “piano oggettivo” della Psicosintesi. Questa fase consiste anche e soprattutto nello svelamento intuitivo ed immaginativo delle potenzialità del soggetto, nella percezione empatica della progettualità del Sé dell’individuo che prende forma all’interno della relazione che si istaura con lo psicosintetista (Dattilo, 2010, p.23 e Marra, 2010, p.71). La fase progettuale è quindi caratterizzata piuttosto dall’integrazione dinamica di un approccio volto ad individuare le tecniche, gli esercizi e i metodi più adeguati alla ricostruzione della personalità con “l’elemento intuitivo, teleologico, artistico che dà forma e concretezza al modello ideale che la persona porta inconsciamente dentro di sé come mera potenzialità” (Dattilo, 2010, p. 27).

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