Esplorazione dell’inconscio – 1

L’analisi in psicosintesi

“Ormai sappiamo che per conoscere veramente noi stessi non basta fare un inventario degli elementi che formano il nostro essere cosciente. Occorre anche una lunga opera di esplorazione delle vaste regioni del nostro inconscio.”
Assagioli, 1973, (p. 27)

L’esplorazione dell’inconscio in Psicosintesi presenta almeno due caratteristiche che è importante sottolineare dall’inizio:

  • l’analisi deve essere frazionata, cioè svolta ad intervalli, sia nel contesto più ampio dell’intero percorso psicosintetico, sia nel corso dei singoli incontri (solo una parte della seduta è dedicata all’analisi dell’inconscio);
  • l’analisi deve poi essere integrale: questo non significa affatto che la personalità debba essere analizzata completamente e totalmente nel senso della quantità. L’analisi è perseguita quel tanto che serve al raggiungimento del fine che ci si propone. Essa, e questo è un punto importantissimo per Assagioli (cit. in Caldironi, 2004, p. 70), si attua solo quando c’è un blocco, una difficoltà. Quindi, quando si parla di analisi “integrale” ci si riferisce piuttosto alla qualità del suo approccio, cioè ad un’esplorazione che comprenda tutti gli aspetti della psiche: coscienti ed inconsci; inferiori, medi ed anche superiori.

Nelle sue riflessioni su questo tema, Assagioli rileva che in noi ci sono delle formazioni psichiche in parte coscienti e in parte inconsce e – rifacendosi alla metafora dell’iceberg o della pianta del loto di cui una sola parte affiora alla superficie – scrive (Assagioli, 1971, pp. 26-27):

“Noi ignoriamo la provenienza, le cause di molte nostre idee, convinzioni, stati d’animo, impulsi; vediamo per così dire il prodotto già formato. Abbiamo delle concezioni filosofiche, religiose, politiche; dati atteggiamenti di fronte agli altri, impulsi a fare certe cose. Di questo siamo coscienti; ma le loro vere cause ci sfuggono, hanno radici nel profondo del nostro essere. Basta questo a dimostrare l’importanza pratica, vitale dello studio dell’inconscio. Se noi non vogliamo essere spinti quali marionette mosse da fili invisibili, se vogliamo essere consapevoli del come, del perché pensiamo ed agiamo in dati modi, dobbiamo fare un esame profondo, coraggioso di questa zona oscura che è in noi.”

Per il nostro autore occorre quindi, anzitutto, avventurarsi con coraggio nei bassifondi e negli abissi dell’inconscio inferiore per scoprirvi le forze oscure che ci irretiscono e ci minacciano; i “fantasmi” e le “immagini” che ci ossessionano e ci dominano subdolamente; la paure che ci paralizzano; i conflitti in cui si consumano le nostre energie (Assagioli, 1973, pp. 27-28).

Ma, in Psicosintesi, non ci si limita ad indagare i bassifondi della psiche, l’inconscio inferiore, le parti sofferenti dell’individuo. Come detto, l’analisi è integrale e include anche l’esplorazione delle parti sane e superiori della persona, il riconoscimento degli aspetti transpersonali dell’animo umano. Grazie a questa esplorazione “si scoprono le più profonde e vere vocazioni, gli elementi superiori della psiche che urgono per manifestarsi e che, non di rado, vengono respinti per incomprensione, preconcetti o paura.”

“Esiste in ognuno di noi una quantità di elementi superiori (supercoscienti) non espressi, che sono pronti a fiorire in gioia e in bellezza. Questo è il lato di luce contrapposto all’ombra dell’inconscio inferiore. Quegli elementi vanno non solo trovati, riconosciuti ed affermati, ma aiutati a svilupparsi e a manifestarsi per il bene nostro e degli altri” (Assagioli, 1971, p. 99).

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