L’immagine dell’uomo in psicosintesi

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(in italiano con traduzione in inglese)

“Veramente si può dire che in ognuno di noi ci sono sviluppati ed attivi, in varia misura, tutti gli istinti e tutte le passioni, tutti i vizi e tutte le virtù, tutte le tendenze e tutte le aspirazioni, tutte le facoltà e tutte le doti dell’umanità.”

Keyserling, cit. in R. Assagioli, 1971, (p. 17)

La Psicosintesi è portatrice di una peculiare concezione dell’uomo “come di un essere incompleto, percorso da una sensazione di vuoto, di mancanza, separazione e nostalgia per un’unità perduta” (Galimberti, 1999, p.868). Assagioli descrive questa situazione con una bellissima immagine:

“Ogni essere umano si sente spinto incessantemente ad affermarsi, a svilupparsi, ognuno si sente, tranne brevi periodi di fugace e illusorio appagamento, perennemente insoddisfatto. L’uomo intuisce che gli manca qualcosa, che egli non è quello che dovrebbe essere; è pervaso ed assillato da quell’inquietudine che è stata mirabilmente espressa dal cieco veggente Omero nel mito di Ulisse, irrequieto eroe che correva il mondo ‘dietro l’anima sua fatta sirena’” (Assagioli, 1971, p. 138).

L’uomo psicosintetico è quindi caratterizzato da un profondo dinamismo, da una profonda drammaticità, da una tensione evolutiva che si svolge dalla molteplicità caotica verso l’unità, dal passato verso il futuro, dalla stasi verso il dinamismo, dalla separatività verso l’unione, dall’inconscio verso la coscienza, dall’inerzia verso l’attività, dall’oppressione verso la libertà (Alberti, 1994, p. 20). È un uomo in cammino, alla ricerca della propria autorealizzazione, alla ricerca del proprio Sé, del proprio volto originario. Ogni essere umano percorre, più o meno consapevolmente, questo sentiero verso un suo se stesso più autentico e profondo che si rivela essere contemporaneamente anche un sentiero verso gli altri. Infatti ciascuno, per ritrovare se stesso, deve prendere coscienza della totalità di sé, la quale comprende necessariamente anche la consapevolezza della propria partecipazione alla totalità umana.

La funzione psichica di cui l’individuo si serve per percorrere questo cammino, talvolta agevole, il più delle volte arduo e faticoso, è la volontà, quell’esperienza che gli consente di operare il cruciale passaggio da una visione di sé quale oggetto impotente che subisce passivamente gli accadimenti della vita, ad una visione di sé quale soggetto in grado autodeterminarsi, scegliere, assumere responsabilità, agire liberamente e creativamente per operare cambiamenti e trasformazioni.

L’uomo della visione psicosintetica è un individuo incessantemente spinto ad affrontare l’ignoto che alberga in se stesso e ad indagare il mistero centrale della propria esistenza. Assagioli ritiene tale indagine indispensabile, anzitutto alla reale conoscenza della natura umana; poi allo sviluppo di un certo grado di padronanza del proprio mondo interiore; ed infine per innescare e favorire processi di cambiamento e trasformazione. Egli ha riassunto questi tre scopi nel motto:

Conosci, Possiedi, Trasforma te stesso.

Per approfondire:

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