bio-psicosintesi

PSICOSINTESI E ALCHIMIA INTERIORE
Senso e significato della trasformazione delle energie bio-psichiche in psicosintesi

1° intervento alla serata “Semi di Psicosintesi” organizzata dall’Istituto Internazionale di Psicosintesi Educativa (IIPE)

Quando Ivan Ordiner e Amanda Matiussi mi hanno contattata per propormi di partecipare a questa serata dedicata ai “Semi della Psicosintesi”, mi hanno chiesto se c’era un tema che mi sarebbe piaciuto proporre. Mi è subito venuta in mente la trasformazione delle energie bio-psichiche. In seguito ho riflettuto sui motivi che mi hanno spinta a proporre quest’argomento e vorrei iniziare condividendo con voi le mie riflessioni

I MOTIVI E LA CORNICE

Ci sono dei motivi più immediati. La trasformazione delle energie impulsive ed affettive è un argomento che mi ha sempre interessato molto e che approfondisco da tempo. Il mio interesse è nato anzitutto per motivi personali. Sono una donna d’intense passioni e posso quindi dire che la vita mi ha fornita di parecchio materiale su cui lavorare… e ogni giorno arrivano nuovi regali!

Mi interesso poi dell’argomento ovviamente anche per motivi professionali. Come psicoterapeuta accompagno spesso persone che hanno difficoltà a gestire gli impulsi, oppure ad esprimersi in modo assertivo ed efficace, o ad auto-regolare stati emotivi particolarmente intensi e dolorosi.

Approfondendo ulteriormente la mia riflessione – e soprattutto rileggendo quello che Assagioli ha scritto al riguardo – mi sono però resa conto che c’è un motivo molto più ampio per cui questo tema (che in realtà dovrebbe prima di tutto essere una prassi, un atteggiamento quotidiano) è fondamentale. Lo è specialmente in questo particolarissimo periodo storico, con tutto quello che da un anno a questa parte stiamo affrontando a seguito della pandemia di Covid-19.

Per entrare nel vivo di questa motivazione più ampia, desidero iniziare proprio da quello che scrive Roberto Assagioli stesso in due lezioni intitolate rispettivamente Trasformazione delle energie psichiche (1963) e Trasmutazione delle energie combattive (1965)[1]. Vediamo in particolare come apre e come chiude questi due scritti, come li “incornicia”.

Il primo paragrafo del 1963 dice così:

“Il tema del quale parlerò oggi è uno dei più importanti, data l’utilità, si può dire anzi la necessità urgente della sua applicazione pratica, individuale e collettiva, e anche data la sua importanza per l’evoluzione psico-spirituale dell’uomo. (…)”

Mentre l’ultimo conclude:

“Immenso è il campo, innumerevoli sono le occasioni per impiegare in modo utile le energie combattive individuali e collettive. Tutti, in qualche misura, possono partecipare a questa grande mobilitazione delle energie dinamiche dell’umanità a scopi costruttivi e creativi. Così e solo così, si potrà impedire che quelle forze potenti esplodano in guerre o in lotte sociali distruttive. Quella mobilitazione invece potrà rendere più sicuro e rapido il successo del tentativo (…) di unire tutti in un armonico organismo planetario, per creare una sintesi mondiale, per attuare una nuova e superiore civiltà veramente umana.”

La lezione del 1965 invece si apre con queste parole:

“Ho parlato in una precedente lezione della psicosintesi interindividuale quale base necessaria per la cooperazione. Oggi comincerò a svolgere quest’ampio tema, soffermandomi soprattutto su uno dei maggiori ostacoli alla psicosintesi e alla cooperazione: la combattività e l’aggressività. I due modi più efficaci per eliminare questi ostacoli sono: primo, la trasmutazione e sublimazione delle energie combattive; secondo, la loro neutralizzazione mediante l’evocazione delle energie ad esse opposte quali: benevolenza, solidarietà, amore.”

E nell’ultimo paragrafo dello stesso scritto, Assagioli conclude affermando che l’evocazione delle energie complementari a quelle impulsive e combattive (cioè benevolenza, amore, solidarietà ecc.):

“ci fa salire alle regioni luminose e in gran parte ancora inesplorate del supercosciente, fino all’apice del nostro essere, al Sé (…) che è l’energia più potente per creare la comunione tra gli esseri umani, la Psicosintesi dell’Umanità.”

Quindi Assagioli chiarisce molto bene che lo scopo ultimo del lavoro di trasmutazione delle energie bio-psichiche è quello di creare un “armonico organismo planetario”, “una sintesi mondiale”, quella “Psicosintesi dell’Umanità” che è poi la méta finale della psicosintesi interpersonale, relazionale.

 

“UNA COMUNITÀ DI DESTINO PER TUTTA L’UMANITÀ”

Assagioli scriveva queste parole ormai quasi 60 anni fa ma, come ho detto prima, questo lavoro non è mai stato tanto attuale, tanto “importante, necessario ed urgente” come in questo particolare periodo storico. Per quale motivo? Da che cosa è veramente caratterizzato questo nostro periodo storico?

Nell’ultimo anno ho avuto modo di riflettere su questa domanda in occasione di alcuni incontri internazionali di Psicosintesi (Psychosynthesis Coaching Symposium e World Day of Psychosynthesis) e anche scrivendo un articolo che ho intitolato “Pandemia: l’occasione di sperimentare una visione audace” (leggi l’articolo).

In queste situazioni mi sono ritrovata a sottolineare come quello che più sembra caratterizzare la nostra epoca non siano tanto le varie guerre (commerciali e non), le profonde disuguaglianze sociali e di genere, gli intensi cambiamenti climatici, le migrazioni di massa, le epidemie ecc. In fondo, se ci pensiamo bene, guerre, disuguaglianze, migrazioni, epidemie hanno sempre fatto parte della storia dell’umanità. Quello invece davvero mi sembra caratterizzare il nostro tempo è l’impatto globale che hanno assunto questi avvenimenti. Infatti, essi non coinvolgono più solamente singoli gruppi di esseri umani, o territori geografici limitati, ma riguardano l’intero pianeta e tutti gli esseri viventi che lo abitano.

Per la verità, già da parecchi decenni gli esperti parlavano del processo di globalizzazione e del progressivo aumento dell’interconnessione che lo caratterizza: anzitutto a livello economico e commerciale, a livello tecnologico, ma anche, inevitabilmente, a livello ambientale, ecologico e sanitario, a livello sociale, culturale, politico, ecc..

Come sappiamo tutti molto bene, nell’ultimo anno é però accaduto qualcosa che ha innescato una difficile, e per molti versi traumatica, presa di coscienza collettiva di questo processo. Mi riferisco ovviamente di nuovo alla pandemia. Nell’ultimo anno la realtà del processo di globalizzazione e il conseguente approfondirsi dell’interconnessione a livello planetario, da oggetto di riflessione un po’ astratto – appannaggio soprattutto di economisti, scienziati e filosofi – è improvvisamente diventato un’esperienza quotidiana alla quale nessuno di noi può sfuggire.

E, avendo questa presa di coscienza anche dei connotati traumatici (pensiamo alle molte persone che hanno perso un loro caro in situazioni difficili, alle difficoltà di contatto e relazione, a quelle di spostamento, al timore del contagio, ai gravi problemi economici ecc.), si attivano inevitabilmente delle risposte istintive ed emotive molto intense, sia individualmente che collettivamente. Mi ricollego qui con il tema della nostra serata.

Questa pandemia, può però anche essere una straordinaria occasione per realizzare che – al di là delle diverse appartenenze relative, delle diverse identità locali, regionali, nazionali ecc. – che vanno rispettate e valorizzate – vi è ormai quella che Morin definisceuna comunità di destino per tutta l’umanità”. Possiamo quindi utilizzare questa pandemia per divenire coscienti che, sempre citando Morin, “siamo figli e cittadini della stessa Terra-Patria”. E per collaborare attivamente con questo stato di cose.

 

IL TRAVAGLIO IN CORSO E LA NECESSITÀ DELLA NOSTRA PARTECIPAZIONE ATTIVA

L’immagine che mi è venuta alla mente è quella del travaglio:

  • da un punto di vista collettivo stiamo infatti assistendo alla nascita di quell’ “organismo planetario” sempre più interconnesso di cui parlava Assagioli nei suoi scritti dedicati alla trasformazione delle energie bio-psichiche;
  • e a livello individuale, stiamo assistendo al travaglio che la presa di coscienza di questo stato di cose genera in ciascuno di noi.

Come sappiamo bene il travaglio è un periodo intenso, doloroso, delicato, che può preannunciare meravigliose opportunità, la nascita di qualcosa di nuovo, ma che comporta anche grandi rischi. Un periodo di luci e di ombre. Speriamo che vada tutto bene, ma non ne abbiamo la certezza… e probabilmente in alcuni momenti vorremmo anche poter chiedere l’epidurale. Comprensibilmente. Invece è importante che ciascuno di noi si impegni a fare la propria parte. Come appunto ci ricorda Assagioli:

“Tutti, in qualche misura, possono partecipare a questa grande mobilitazione (…) che potrà rendere più sicuro e rapido il successo del tentativo (…) di unire tutti in un armonico organismo planetario per attuare una nuova e superiore civiltà veramente umana.”

Infatti, un’altra delle cose che mi hanno colpito di quest’ultimo anno é  proprio la responsabilità che ognuno di noi è stato chiamato ad assumersi nello scenario pandemico globale. Ci viene costantemente ricordato che i nostri comportamenti, i nostri gesti, le nostre azioni hanno precisi effetti sull’andamento dei contagi.

Anche in questo caso non sto dicendo in realtà nulla di nuovo. Ogni nostro gesto ha degli effetti precisi. È sempre stato così. Ma di nuovo c’é che questa pandemia ha reso evidente la nostra responsabilità, il nostro potere, la relazione di causa ed effetto tra le azioni compiute dai singoli individui e la situazione globale.

 

CONCLUSIONI

Desideravo dire questo come introduzione alla nostra serata: quando lavoriamo sulla trasformazione delle nostre energie bio-psichiche, ricordiamo che non ci stiamo occupando solo della nostra guarigione, del nostro benessere e sviluppo personale (certo importantissimi), o del benessere dei piccoli gruppi a cui apparteniamo (altrettanto importante), ma che stiamo attivamente contribuendo anche al benessere e allo sviluppo dell’intera comunità umana, e non solo, a quelli di tutti gli esseri viventi che abitano questo pianeta. Stiamo partecipando in modo attivo al travaglio in corso: un lavoro quanto mai “importante, necessario ed urgente” in questa fase dove sembra che le contrazioni si stiano ravvicinando sempre più.

Questa prospettiva globale ci può aiutare, mi auguro, a dare un senso ed un significato più ampio alla trasformazione delle energie che cerchiamo di compiere nel nostro piccolo laboratorio interiore. Ci può aiutare a comprendere l’immenso valore che questo processo ha anche per la collettività, ancor di più in questo particolare periodo storico nel quale ci viene ricordato costantemente quanto sia importante la disinfezione fisica. Non dovremmo forse prestare la stessa attenzione, o un’attenzione ancor maggiore, anche alla disinfezione psicologica?

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[1] R. Assagioli, Trasformazione delle energie psichiche, Istituto di Psicosintesi, Firenze, 1963 e R. Assagioli “Trasmutazione delle energie combattive” Istituto di Psicosintesi, Firenze, 1965

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